mercoledì 19 ottobre 2011

IL LAMBRUSCO MINACCIATO DAL FOTOVOLTAICO ?


Nel 2010 a Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati che ogni anno si tiene a Verona, è stato premiato il Rosso Fosco della cantina sociale di Formigine come “il miglior frizzante per rapporto qualità-prezzo”. Eppure il povero lambrusco, per anni considerato un vino di seconda categoria, proprio mentre si fa spazio sulla ribalta internazionale, ecco che viene minacciato da un nemico che non ti aspetti: le nuove fonti di energia rinnovabile. Possibile, direte voi! Ebbene sì, ma andiamo con ordine. Già nel 2008 l’Unione Europea aveva attentato al nostro buon vino finanziando un programma triennale 2009 – 2011 per incentivare la dismissione di viti in tutti gli stati membri al fine di ristabilire un equilibrio tra domanda e offerta ed aumentare la competitività dei produttori. Il provvedimento era in particolare rivolto a ridurre i vitigni con basso potenziale qualitativo e quantitativo non più redditizi, tuttavia alle Regioni non fu lasciato il tempo di indicare i vigneti di particolare pregio non estirpabili e pertanto la sorte di ogni filare era soggetta al libero arbitrio di ciascun viticoltore. Dalle nostre parti per fortuna non abbiamo assistito a “estirpazioni selvagge” ma proprio mente il lambrusco si accingeva a brindare, ecco arrivare la minaccia dei “campi fotovoltaici”. Si tratta di impianti di grandi dimensioni (da 50-100 kwh in su) per produzione di energia rinnovabile da vendere all'Enel. Per chi può permettersi aree e i soldi per istallare i “campi fotovoltaici” si ottengono così due forme di ricavo: la prima derivante dal conto energia, ossia il riconoscimento da parte del GSE (il Gestore Servizi Elettrici dello Stato) di un incentivo per ogni kw prodotto dall'impianto, la seconda dalla vendita all'Enel della energia elettrica prodotta e riversata in rete. Ora gli incentivi (la cui copertura finanziaria è garantita da un prelievo tariffario obbligatorio presente in tutte le bollette dell'energia elettrica) per gli anni 2009 – 2010 sono particolarmente alti, mentre i costi degli impianti leggermente in calo. Questo rende molto vantaggioso investire oggi in grandi campi fotovoltaici ed entro la fine dell’anno 2010, in attesa di capire se saranno riproposti gli incentivi per i prossimi anni, vedremo nascere qua e la diversi impianti fotovoltaici. Ed ecco allora i timori per il nostro lambrusco! Finché gli impianti per la produzione di energie rinnovabili sono istallati su tetti e capannoni, in aree industriali dismesse o su aree rurali in zone di scarso valore, si può dire di essere coerenti con l’obbiettivo di tutelare l’ambiente. Ad oggi le leggi nazionali non regolamentano dove posizionare gli impianti e solo le pianificazioni locali dei comuni stanno cercando di porre rimedio a questo vuoto individuando “zonizzazioni” più dettagliate nei piani urbanistici. Nel momento in cui i campi fotovoltaici occupassero suolo agricolo di valore come quello delle campagne formiginesi o ancor peggio si sostituissero ai vigneti, eventualmente estirpati con incentivi comunitari, allora l’idea di tutela dell’ambiente sarà vinta nuovamente da quella del profitto e del guadagno con buona pace per tutti i migliori propositi di sostenibilità e green economy. Niente paura siamo ancora in tempo, ma servono coerenza e responsabilità, in attesa di brindare con la nuova annata di Rosso Fosco! Cin Cin. 

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