Nel 2010 a Vinitaly, il
salone internazionale del vino e dei distillati che ogni anno si tiene a
Verona, è stato premiato il Rosso Fosco della cantina sociale di Formigine come “il
miglior frizzante per rapporto qualità-prezzo”. Eppure il povero lambrusco, per
anni considerato un vino di seconda categoria, proprio mentre si fa spazio
sulla ribalta internazionale, ecco che viene minacciato da un nemico che non ti
aspetti: le nuove fonti di energia rinnovabile. Possibile, direte voi! Ebbene
sì, ma andiamo con ordine. Già nel 2008 l’Unione Europea aveva attentato al
nostro buon vino finanziando un programma triennale 2009 – 2011 per incentivare
la dismissione di viti in tutti gli stati membri al fine di ristabilire un
equilibrio tra domanda e offerta ed aumentare la competitività dei produttori.
Il provvedimento era in particolare rivolto a ridurre i vitigni con basso
potenziale qualitativo e quantitativo non più redditizi, tuttavia alle Regioni
non fu lasciato il tempo di indicare i vigneti di particolare pregio non
estirpabili e pertanto la sorte di ogni filare era soggetta al libero arbitrio
di ciascun viticoltore. Dalle nostre parti per fortuna non abbiamo assistito a
“estirpazioni selvagge” ma proprio mente il lambrusco si accingeva a brindare,
ecco arrivare la minaccia dei “campi fotovoltaici”. Si tratta di impianti di
grandi dimensioni (da 50-100 kwh in su) per produzione di energia rinnovabile
da vendere all'Enel. Per chi può permettersi aree e i soldi per istallare i
“campi fotovoltaici” si ottengono così due forme di ricavo: la prima derivante
dal conto energia, ossia il riconoscimento da parte del GSE (il Gestore Servizi
Elettrici dello Stato) di un incentivo per ogni kw prodotto dall'impianto, la
seconda dalla vendita all'Enel della energia elettrica prodotta e riversata in
rete. Ora gli incentivi (la cui copertura finanziaria è garantita da un
prelievo tariffario obbligatorio presente in tutte le bollette dell'energia
elettrica) per gli anni 2009 – 2010 sono particolarmente alti, mentre i costi
degli impianti leggermente in calo. Questo rende molto vantaggioso investire
oggi in grandi campi fotovoltaici ed entro la fine dell’anno 2010, in attesa di
capire se saranno riproposti gli incentivi per i prossimi anni, vedremo nascere
qua e la diversi impianti fotovoltaici. Ed ecco allora i timori per il nostro
lambrusco! Finché gli impianti per la produzione di energie rinnovabili sono
istallati su tetti e capannoni, in aree industriali dismesse o su aree rurali
in zone di scarso valore, si può dire di essere coerenti con l’obbiettivo di
tutelare l’ambiente. Ad oggi le leggi nazionali non regolamentano dove
posizionare gli impianti e solo le pianificazioni locali dei comuni stanno
cercando di porre rimedio a questo vuoto individuando “zonizzazioni” più
dettagliate nei piani urbanistici. Nel momento in cui i campi fotovoltaici
occupassero suolo agricolo di valore come quello delle campagne formiginesi o
ancor peggio si sostituissero ai vigneti, eventualmente estirpati con incentivi
comunitari, allora l’idea di tutela dell’ambiente sarà vinta nuovamente da
quella del profitto e del guadagno con buona pace per tutti i migliori
propositi di sostenibilità e green economy. Niente paura siamo ancora in tempo,
ma servono coerenza e responsabilità, in attesa di brindare con la nuova annata
di Rosso Fosco! Cin Cin.
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