La
crisi finanziaria mondiale manifestatasi a partire dalla seconda metà dell’anno
2008 ha
dato inizio a un periodo di recessione globale che, a distanza di alcuni mesi,
ha fatto sentire i suoi effetti sull’economia reale. Al calo mondiale della
domanda sta facendo seguito un calo della produzione, con le aziende che si
trovano tra la morsa degli ordinativi in calo e le banche che faticano ad
erogare soldi. Non interessa ovviamente a noi fare analisi macro economiche, né
tanto meno previsioni sull’evoluzione della crisi, ma riportare alcuni
“appunti” raccolti tra la gente di Formigine proprio in questi mesi. Potremmo
sintetizzarli in: punti di forza, punti di debolezza, rischi e prospettive. Punti di forza. Formigine è un comune
che, sebbene fortemente legato al distretto ceramico, è caratterizzato da un
tessuto produttivo ed economico variegato e non monotematico con una prevalenza
del settore delle costruzioni. Su 2732 imprese 472 risultano attive nell’industria,
280 in
agricoltura, 542 nel settore delle costruzioni e 1438 in quello dei servizi.
Le
numerose banche (sul comune di Formigine si contano ben 29 sportelli bancari)
sono ancora in grado di erogare soldi alle imprese e ai cittadini attraverso
mutui i cui tassi oggi sono ai minimi rispetto agli ultimi anni. Punti di debolezza. Industrie, piccole
e medie imprese, attività artigianali, si vedono costrette a ridurre la
produzione a causa del calo degli ordinativi e pertanto molti lavoratori sono
stati costretti ad usare prima le ferie residue, poi forme di turnazione e
riduzione dell’orario di lavoro, quindi sono stati e sono interessati da
provvedimenti di cassa integrazione e talvolta arrivano a perdere
definitivamente il lavoro (questo fenomeno interessa in particolare tutti i
lavoratori con contratti a termine). Parimenti i liberi professionisti faticano
a ottenere incarichi e vedono drasticamente ridursi il loro fatturato, mentre per
i giovani e per i neo laureati è difficilissimo trovare il primo impiego. Da un
punto di vista sociale le esigenze di assistenza aumentano, sia in termini di
beni di prima necessità (le scorte dei magazzini della caritas diocesana sono
in forte calo), sia in termini di quei servizi cui prima si riusciva ad
accedere e che ora risultano un lusso (o il mutuo o l’asilo!). Ad oggi anche a
Formigine sono in aumento le domande di aiuto che arrivano al centro di ascolto
della caritas parrocchiale (aperto tutti i sabati mattina presso la canonica) ed
i servizi comunali che si occupano di politiche sociali. Rischi e prospettive. Tra i rischi della crisi il più evidente è il
possibile aumento delle disuguaglianze sociali tra chi può permettersi di
spendere senza troppi pensieri e chi non arriva a fine mese, tra chi ha una
casa e chi no, tra chi potrà accedere ai servizi e chi ne rimarrà escluso. In
particolare una fascia di persone e famiglie abituate a un certo stile di vita,
ovvero a comportamenti e scelte fatte sulla base di una considerazione di sé e
del proprio stato economico e sociale (vacanze, macchina, abbigliamento, svago,
ecc..), si troveranno costrette a rivedere la loro posizione. Il rischio è che
ci si vergogni di questo cambiamento e si cerchi di mantenere uno stato
economico e sociale attraverso l’indebitamento eccessivo (anche a Formigine le
banche denunciano che vengono contratti debiti per spese non primarie quali le
vacanze o la macchina nuova) che per altro è uno degli elementi che di fatto ha
generato la crisi. Non è vero che si deve consumare di più per uscire dalla
crisi. E questo vale sia per chi non ne ha più la possibilità, sia per chi la
possibilità ce l’ha ancora. Occorre cambiare gli stili di vita! Occorre
ritornare al più presto verso una nuova sobrietà che deve portare in equilibrio
il benessere, il vivere bene e la sua sostenibilità. Non potrebbe essere
ripensato il rapporto tempo/lavoro? (persone si sono ritrovate con 30-40 giorni
di ferie arretrate, molti, rallentando, si sono accorti della frenesia della
vita precedente), il rapporto benessere/sprechi? (serve davvero cambiare
frequentemente macchina o cellulare, vale la pena spendere 80 – 90 euro a sera
nei week end, quanto cibo sciupiamo sulle nostre tavole, quante scarpe o
vestiti dobbiamo avere nell’armadio, ecc..), il rapporto tempo per
sé/solidarietà. Si dice che i giovani staranno peggio dei loro genitori.
Dipende. Se per peggio si intende che potrebbero aver meno questo pare certo ma
se sapranno (ed è difficile per chi non è mai stato abituato) scardinare il
meccanismo per cui la è la società che crea i bisogni e ti offre, pagando, le
soluzioni per soddisfarli, si potrebbe anche stare meglio. A tutti, con o senza
soldi, imprenditori e lavoratori, giovani e anziani, è chiesto però uno sforzo
di fantasia, di coraggio, di solidarietà. Anche a Formigine.
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