Prima la notizia delle nuove regole regionali per l'accreditamento delle associazioni di volontariato impegnate nelle attività di pubblica assistenza per cui sono operative solo quelle che riescono a garantire una pronta partenza 24 ore su 24, poi la notizia della chiusura della centrale operativa del 118 di Modena che sarà trasferita a Bologna. Nessuna razionalizzazione, nessuna minor spesa, nessuna imposizione della spending review del governo. La Regione non si nasconda dietro a un dito. L'assessore regionale Lusenti che in modo irritante informa di queste scelte non nelle sedi istituzionali ma ad una festa Pd stà facendo un enorme danno al sistema del soccorso sanitario urgente regionale e a quello modenese in particolare. Forse non tutti sanno che il primo soccorso sanitario urgente è nato a MODENA. Qui è nato il primo 118 (il primo numero delle emergenze era l’attuale numero del centralino 059/371118, da cui il numero 118) esperienza poi trasferita in tutta Italia e normata con legislazione dello Stato. Ma il problema non è dato dal fatto di ignorare la storia e le radici di ciò che si vuole cambiare, quanto i principi che regolamentano l'idea di cambiamento. La regione deve smettere di accentrare per razionalizzare e ridurre la spesa. Deve smettere di accentrare per gestire direttamente da Bologna risorse e servizi. Bologna per il territorio è lontana. Bologna e la Regione devono avere funzioni di indirizzo e coordinamento non devono pretendere di amministrare direttamente i servizi e di gestire le risorse (che guarda caso quando calano vengono accentrate ai livelli di governo superiori e allontanate dal territorio). Deve essere praticato il principio di sussidiarietà per cui le decisioni vanno prese nel punto più vicino dove se ne sviluppano gli effetti. Non è una scelta neutra accentrare le postazioni della centrale operativa del 118. Non si tratta di call center che possono essere dislocati ovunque "tanto rispondono al telefono". C' è un lavoro quotidiano sul territorio di pianificazione, di conoscenza, di formazione. Se avessimo aspettato l'intervento da Bologna nelle prime ore del terremoto che ha colpito i comuni della Bassa Modenese lo scorso maggio saremmo arrivati tardi. Ero a Mirandola la mattina del 20. Il primo sistema di protezione civile che si è attivato è stato quello locale. Sono state le pubbliche assistenze del luogo le prime a soccorrere e a reagire a quello che era successo. Non erano in “pronta partenza” come chiedono le regole dell’accreditamento regionale ma sono arrivate prima di chiunque altro. Il sistema sanitario dell'emergenza inoltre ha retto ad un evento eccezionale perché i coordinatori del 118 (sì quelli che si dovrebbero trasferire a Bologna) e gli operatori della centrale di Modena negli anni avevano lavorato con i Comuni e la Provincia su procedure e strutture (vedi il box della maxi emergenza) di cui il territorio si era in modo lungimirante dotato. Accentrare vuole dire allungare i tempi, spersonalizzare i servizi, diminuire le responsabilità, perché un conto è rispondere del proprio operato mettendoci la faccia tutti i giorni un conto è fare le stesse cose da kilometri di distanza. Accentrare vuol dire impoverire il territorio non di un call center ma di un sistema di rete e di relazioni. No assessore la scelta di portare la centrale delle emergenze del 118 di Modena a Bologna non è solo tecnica ma è la conseguenza di idee e di politiche centralistiche e non sussidiarie. Io non sono favorevole alla centrale del 118 a Modena.
venerdì 31 agosto 2012
IO NON SONO FAVOREVOLE ALLA CHIUSURA DELLA CENTRALE DEL 118 A MODENA.
IO NON SONO FAVOREVOLE ALLA CHIUSURA DELLA CENTRALE DEL 118 A MODENA. E’ UN ERRORE GRAVISSIMO CONSEGUENZA DI IDEE CENTRALISTICHE E NON SUSSIDIARIE.
Prima la notizia delle nuove regole regionali per l'accreditamento delle associazioni di volontariato impegnate nelle attività di pubblica assistenza per cui sono operative solo quelle che riescono a garantire una pronta partenza 24 ore su 24, poi la notizia della chiusura della centrale operativa del 118 di Modena che sarà trasferita a Bologna. Nessuna razionalizzazione, nessuna minor spesa, nessuna imposizione della spending review del governo. La Regione non si nasconda dietro a un dito. L'assessore regionale Lusenti che in modo irritante informa di queste scelte non nelle sedi istituzionali ma ad una festa Pd stà facendo un enorme danno al sistema del soccorso sanitario urgente regionale e a quello modenese in particolare. Forse non tutti sanno che il primo soccorso sanitario urgente è nato a MODENA. Qui è nato il primo 118 (il primo numero delle emergenze era l’attuale numero del centralino 059/371118, da cui il numero 118) esperienza poi trasferita in tutta Italia e normata con legislazione dello Stato. Ma il problema non è dato dal fatto di ignorare la storia e le radici di ciò che si vuole cambiare, quanto i principi che regolamentano l'idea di cambiamento. La regione deve smettere di accentrare per razionalizzare e ridurre la spesa. Deve smettere di accentrare per gestire direttamente da Bologna risorse e servizi. Bologna per il territorio è lontana. Bologna e la Regione devono avere funzioni di indirizzo e coordinamento non devono pretendere di amministrare direttamente i servizi e di gestire le risorse (che guarda caso quando calano vengono accentrate ai livelli di governo superiori e allontanate dal territorio). Deve essere praticato il principio di sussidiarietà per cui le decisioni vanno prese nel punto più vicino dove se ne sviluppano gli effetti. Non è una scelta neutra accentrare le postazioni della centrale operativa del 118. Non si tratta di call center che possono essere dislocati ovunque "tanto rispondono al telefono". C' è un lavoro quotidiano sul territorio di pianificazione, di conoscenza, di formazione. Se avessimo aspettato l'intervento da Bologna nelle prime ore del terremoto che ha colpito i comuni della Bassa Modenese lo scorso maggio saremmo arrivati tardi. Ero a Mirandola la mattina del 20. Il primo sistema di protezione civile che si è attivato è stato quello locale. Sono state le pubbliche assistenze del luogo le prime a soccorrere e a reagire a quello che era successo. Non erano in “pronta partenza” come chiedono le regole dell’accreditamento regionale ma sono arrivate prima di chiunque altro. Il sistema sanitario dell'emergenza inoltre ha retto ad un evento eccezionale perché i coordinatori del 118 (sì quelli che si dovrebbero trasferire a Bologna) e gli operatori della centrale di Modena negli anni avevano lavorato con i Comuni e la Provincia su procedure e strutture (vedi il box della maxi emergenza) di cui il territorio si era in modo lungimirante dotato. Accentrare vuole dire allungare i tempi, spersonalizzare i servizi, diminuire le responsabilità, perché un conto è rispondere del proprio operato mettendoci la faccia tutti i giorni un conto è fare le stesse cose da kilometri di distanza. Accentrare vuol dire impoverire il territorio non di un call center ma di un sistema di rete e di relazioni. No assessore la scelta di portare la centrale delle emergenze del 118 di Modena a Bologna non è solo tecnica ma è la conseguenza di idee e di politiche centralistiche e non sussidiarie. Io non sono favorevole alla centrale del 118 a Modena.
Prima la notizia delle nuove regole regionali per l'accreditamento delle associazioni di volontariato impegnate nelle attività di pubblica assistenza per cui sono operative solo quelle che riescono a garantire una pronta partenza 24 ore su 24, poi la notizia della chiusura della centrale operativa del 118 di Modena che sarà trasferita a Bologna. Nessuna razionalizzazione, nessuna minor spesa, nessuna imposizione della spending review del governo. La Regione non si nasconda dietro a un dito. L'assessore regionale Lusenti che in modo irritante informa di queste scelte non nelle sedi istituzionali ma ad una festa Pd stà facendo un enorme danno al sistema del soccorso sanitario urgente regionale e a quello modenese in particolare. Forse non tutti sanno che il primo soccorso sanitario urgente è nato a MODENA. Qui è nato il primo 118 (il primo numero delle emergenze era l’attuale numero del centralino 059/371118, da cui il numero 118) esperienza poi trasferita in tutta Italia e normata con legislazione dello Stato. Ma il problema non è dato dal fatto di ignorare la storia e le radici di ciò che si vuole cambiare, quanto i principi che regolamentano l'idea di cambiamento. La regione deve smettere di accentrare per razionalizzare e ridurre la spesa. Deve smettere di accentrare per gestire direttamente da Bologna risorse e servizi. Bologna per il territorio è lontana. Bologna e la Regione devono avere funzioni di indirizzo e coordinamento non devono pretendere di amministrare direttamente i servizi e di gestire le risorse (che guarda caso quando calano vengono accentrate ai livelli di governo superiori e allontanate dal territorio). Deve essere praticato il principio di sussidiarietà per cui le decisioni vanno prese nel punto più vicino dove se ne sviluppano gli effetti. Non è una scelta neutra accentrare le postazioni della centrale operativa del 118. Non si tratta di call center che possono essere dislocati ovunque "tanto rispondono al telefono". C' è un lavoro quotidiano sul territorio di pianificazione, di conoscenza, di formazione. Se avessimo aspettato l'intervento da Bologna nelle prime ore del terremoto che ha colpito i comuni della Bassa Modenese lo scorso maggio saremmo arrivati tardi. Ero a Mirandola la mattina del 20. Il primo sistema di protezione civile che si è attivato è stato quello locale. Sono state le pubbliche assistenze del luogo le prime a soccorrere e a reagire a quello che era successo. Non erano in “pronta partenza” come chiedono le regole dell’accreditamento regionale ma sono arrivate prima di chiunque altro. Il sistema sanitario dell'emergenza inoltre ha retto ad un evento eccezionale perché i coordinatori del 118 (sì quelli che si dovrebbero trasferire a Bologna) e gli operatori della centrale di Modena negli anni avevano lavorato con i Comuni e la Provincia su procedure e strutture (vedi il box della maxi emergenza) di cui il territorio si era in modo lungimirante dotato. Accentrare vuole dire allungare i tempi, spersonalizzare i servizi, diminuire le responsabilità, perché un conto è rispondere del proprio operato mettendoci la faccia tutti i giorni un conto è fare le stesse cose da kilometri di distanza. Accentrare vuol dire impoverire il territorio non di un call center ma di un sistema di rete e di relazioni. No assessore la scelta di portare la centrale delle emergenze del 118 di Modena a Bologna non è solo tecnica ma è la conseguenza di idee e di politiche centralistiche e non sussidiarie. Io non sono favorevole alla centrale del 118 a Modena.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento