1950/1960 - Il peccato originale. Tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 gli aerei americani ed alleati bombardarono 39 volte il territorio formiginese. Al termine del conflitto un quarto delle costruzioni del capoluogo risultavano completamente distrutte e una casa su tre era inagibile. Dopo la bonifica dagli ordigni bellici inesplosi i cittadini iniziarono subito la ricostruzione del paese e nel 1950 buona parte delle abitazioni lesionate erano nuovamente utilizzabili. La povertà era dilagante e la guerra aveva enormemente ridotto le opportunità di trovare lavoro tuttavia, proprio in questo contesto, Formigine dice due importanti no che ne segneranno per sempre la storia. Tra il 1943 e il 1945 fu detto no ad Enzo Ferrari che voleva trasferire la sua azienda da Modena a Formigine e poi a metà degli anni cinquanta l'amministrazione comunale rinunciò ad essere inserita tra le “aree depresse” che, ai sensi della legge 635 del 1957, potevano beneficiare di esenzioni fiscali alle imprese che volessero investire. La decisione di fatto evitò che a Formigine si insediassero le industrie produttrici di piastrelle, parte integrante del panorama dei comuni limitrofi (Sassuolo e Fiorano Modenese in primis). La rinuncia all'industrializzazione massiccia ha salvaguardato il territorio sancendo tuttavia in modo irreversibile la vocazione residenziale del paese che, causa la controurbanizzazione sia di Modena sia dell'area sassolese, ha visto da allora la propria popolazione crescere rapidamente.
1960/1970 – Il boom economico e la
nascita del Distretto Ceramico
Formigine si è tenuta libera dalla
ceramica ma non dai suoi effetti indotti. Tra questo quello dell’immigrazione
da altre zone della provincia, della regione e del paese di persone richiamate
dagli effetti di un boom economico caratterizzato dalla crescente offerta di
lavoro. Tra i censimenti del 1961 e quelli del 1971 mentre il distretto
(Sassuolo, Maranello, Fiorano e Formigine) ha un tasso di crescita della
popolazione che è del 54%, Formigine cresce del 27% raggiungendo i 16.400
abitanti. Comincia anche a definirsi in modo chiaro un’industria alternativa e
complementare a quella delle ceramiche che si può riassumere in due grandi filoni:
quello legato alla trasformazione dei prodotti agricoli e alla zootecnia
(allevamento animali, cantine, distillerie, lavorazione carni, ecc..) e quello
legato alla meccanica e all’elettronica.
1970/1980 – La dilatazione urbana e
la qualità della vita
Il decennio che va dal 1971 al 1981
fa registrare il più alto tasso di crescita di sempre per il comune di
Formigine (+ 35%) in controtendenza rispetto al distretto e alla provincia. Il
principale fenomeno che si verifica in questi anni (e che in parte continuerà
anche nei decenni successivi) è quello della “dilatazione urbana” che ha
interessato la città di Modena. 3 sono le ragioni della dilatazione urbana: la
popolazione cresce, crescono i redditi e calano i costi di trasporto. La
popolazione si ridistribuisce un po’ più lontano dalla città originaria lungo
le principali vie di comunicazione e questo determina uno sviluppo residenziale
che interessa Casinalbo e Formigine attraversati dalla via Giardini.
Contemporaneamente abbiamo una crescita di urbanizzazione per aree produttive,
commerciali e relative infrastrutture più di quanto non cresca l’occupazione
perché cambiano gli standard e aumenta la quantità di spazio per addetto con il
cambiamento di strutture e processi produttivi. Tutto questo mentre a livello
nazionale nasce il sistema dei servizi pubblici per come lo conosciamo oggi.
Con la legge 1044 del 1971 vengono istituiti in Italia gli asili nido, nascono
le regioni e il servizio sanitario nazionale. Sono anni in cui si cominciano a
creare livelli di benessere e qualità della vita che solo vent’anni prima, per
chi aveva visto la fine della seconda guerra mondiale, erano inimmaginabili e
che invece per le nuove generazioni appaiono sempre più come un diritto
acquisito.
1980/2000 – I flussi migratori
ed un paese giovane
Dal 1980 al 2002, mentre nel
distretto ceramico si registra un rallentamento della crescita demografica, a
Formigine la popolazione residente continua a crescere (anche se con
percentuali inferiori al decennio precedente) e solo dopo il 2002 tale crescita
rallenta rispetto alla media provinciale. Dal 1985 al 2000 i flussi migratori
(per lo più giovani famiglie ed in misura minore rispetto al distretto e alla
provincia cittadini extracomunitari) hanno costituito la componente più dinamica
della popolazione. La saturazione abitativa di alcuni comuni limitrofi, la
diversità di prezzi di affitti ed immobili, la maggior abitabilità, una buona
diffusione dei servizi, l’alta qualità della vita hanno reso il comune di
Formigine e le sue frazioni decisamente attrattivi. A questo si deve poi sempre
aggiungere un saldo naturale (la differenza tra numero di nati e numero di
morti) costantemente positivo con un netto aumento della natalità a partire dal
2000 tale da caratterizzare Formigine come uno dei comuni più giovani della
Provincia di Modena. Nell’ultimo decennio del secolo scorso per dare risposta
alla crescente domanda residenziale sono stati progettati 818.000 metri cubi di
nuovi fabbricati e oltre 1.000.000 di metri cubi di aree non residenziali che
hanno contribuito a sviluppare un’economia sempre più dinamica e diversificata.
Tra il 1991 e il 2001 le abitazioni occupate da residenti sono aumentate di
2005 unità, un dato molto vicino all’incremento registrato nello stesso periodo
dalle famiglie residenti (+1974 unità, incremento +21,6%) che sono 11.086.
Cambia tuttavia la struttura delle famiglie e questo determinerà pesantemente
le scelte urbanistiche degli anni successivi. Il numero medio di componenti
passa da 2,91 a 2,70 (2,48 persone in provincia di Modena nel 2001). Mentre nel
1991 la maggioranza delle famiglie a
Formigine era costituita da tre componenti, dieci anni dopo si collocano al
primo posto le famiglie con due componenti (28,2%), seguite da quelle con tre
componenti (26,4%) e da quelle unipersonali (19%) che hanno fatto registrare
l’aumento più cospicuo (+55%).
La crescita delle frazioni
Un dato significativo e spesso
trascurato di Formigine è la crescita e lo sviluppo delle sue frazioni. Si
tratta di frazioni caratterizzate da una precisa identità radicata in una
storia antica e originale. Nel periodo dal 1980 al 2000 parte dell’aumento
della popolazione del comune di Formigine è da attribuire al loro sviluppo. A
Casinalbo, Corlo, Colombaro e Magreta al 31/12/1999 abitava infatti il 41%
della popolazione totale del comune. La presenza delle frazioni ha attratto
parte della domanda residenziale attorno a luoghi che già esistevano, evitato
un fenomeno che ha caratterizzato l’urbanistica della provincia e della regione
negli anni ‘90 dopo il periodo della dilatazione urbana: la frammentazione e la
dispersione territoriale. Se il comune di Formigine, nonostante la crescita
registrata dal dopoguerra in poi è percepito come vivibile e “a dimensione di
paese” questo lo si deve in buona parte al fatto che i suoi abitanti non sono
concentrati in un unico luogo con un unico centro e grandi periferie, ma sono
distribuiti sul territorio attorno a delle realtà locali (le frazioni)
all’interno delle quali è ancora possibile vivere un senso di comunità come le
diverse feste paesane e le sagre annualmente ci testimoniano.
Una premessa agli anni 2000.
Quando a livello mondiale la casa da bene sociale primario diventa un
apprezzato bene speculativo
Robert J. Shiller è uno dei
più prestigiosi studiosi statunitensi di finanza e ha approfondito in
particolare i rapporti tra mercati immobiliari e finanza. Egli ha correlato gli
andamenti di alcune variabili nel lungo periodo (1890 – 2009) che regolamentano
lo sviluppo urbanistico: indice reale dei prezzi delle case, costi di
costruzione, dinamica della popolazione, tasso di interesse sui titoli di
Stato. Quello che si può notare dal grafico è che tra il 1997 e il 2006 i
prezzi delle case hanno un incremento mai visto prima e completamente
scorrelato dagli altri valori. Se i dati sono americani in realtà rappresentano
bene un fenomeno che ha interessato tutto il mondo. In Italia il momento del
decollo dei prezzi in tutte le principali città, fra loro sincronizzate, è il
2001. Quello che è successo è che la finanza è entrata nell’economia reale. Il
bene-casa non è solo un bene sociale primario, oggetto di domanda e di offerta
di abitazione, è un apprezzato bene speculativo. I beni immobiliari cioè sono
considerati al pari di qualsivoglia titolo finanziario. Per essere concreti il
rendimento medio annuo del bene casa tra il 1995 e il 2010 è stato tra l’8% e
il 9,3% mentre nello stesso periodo l’oro ha reso l’8% e i titoli di Stato Btp
il 4,4%. Questo ha fatto sì che la legge della domanda e dell’offerta, per la
quale più cresce il prezzo di un bene tanto meno si domanda di quel bene, fosse
sostituita dalle leggi finanziarie governate dalle aspettative degli operatori.
In presenza di un rialzo dei prezzi immobiliari, se sospettiamo che quel rialzo
ne anticipi altri, è il momento di investire. Questa dinamica globale ha avuto
i suoi effetti anche a scala locale.
Correlazione di Robert J. Shiller tra gli andamenti di
alcune variabili
nel lungo periodo (1890 – 2009) che regolamentano lo
sviluppo urbanistico
2000/2010.
Gli effetti globali alla scala locale
Se nel decennio precedente Formigine
aveva sviluppato più il settore produttivo rispetto a quello residenziale, tra
il 2000 e il 2004 vengono progettati 513.000 metri cubi di edilizia
residenziale mentre i volumi dei nuovi fabbricati non residenziali scendono a
circa 335.000 metri cubi. Tra il 2001 e il 2004 sono state ritirate concessioni
per 1.208 abitazioni. Si costruisce molto in fretta, nascono nuovi quartieri,
si riducono le dimensioni medie degli alloggi per il calo della dimensione
media delle famiglie, aumentano i prezzi al metro quadro. Tutto questo, per la
rapidità con cui è avvenuto, ha generato un forte impatto sociale. I valori
degli immobili residenziali rilevati a Formigine erano in media più alti degli
altri comuni del distretto. Rispetto a Modena, invece, i prezzi delle abitazioni
risultavano più bassi, con differenze dal 15% circa fino a oltre il 40%, a seconda della fascia
di localizzazione dell’immobile. Formigine per la qualità dei servizi, gli
elevati standard di verde pubblico, la buona viabilità, i veloci collegamenti
con Modena e Sassuolo torna nuovamente ad essere attrattivo e l’offerta di
alloggi è soddisfatta in buona parte da una domanda esterna che determina,
anche se a tassi inferiori rispetto al passato, un nuovo aumento della
popolazione nel capoluogo e nella frazione di Magreta. A partire dal 2005, in
reazione alle dinamiche dei primi anni del 2000 non sono più autorizzate nuove
aree di espansione e si programmano interventi di edilizia residenziale sociale
per consentire ai formiginesi l’accesso al bene casa a prezzi inferiori
rispetto a quelli di mercato. Contestualmente un ulteriore freno al mercato
immobiliare viene imposto dalla crisi del 2008. Nel frattempo l’entrata in
vigore della nuova legge regionale sulla disciplina e l’uso dl territorio
(legge regionale 20 del 2000) obbliga il comune a dotarsi di un nuovo strumento
urbanistico che sostituisca il vecchio piano regolatore nell’organizzazione
della città. A partire dal 2007 inizia il percorso tuttora in corso per passare
dal PRG (Piano Regolatore Generale) al PSC – RUE (Piano strutturale comunale e
Regolamento urbanistico edilizio).
Frazione
|
Famiglie
|
Maschi
|
Femmine
|
Totale 2010
|
Capoluogo*
|
7791
|
9800
|
9871
|
19671
|
Casinalbo
|
2457
|
2867
|
2962
|
5829
|
Colombaro
|
699
|
823
|
841
|
1664
|
Corlo
|
915
|
1167
|
1210
|
2377
|
Magreta
|
1700
|
2146
|
2145
|
4291
|
Totale
|
13562
|
16803
|
17029
|
33832
|
*di cui in località Ubersetto
|
110
|
163
|
172
|
335
|
Cittadini non italiani residenti
|
751
|
1091
|
1169
|
2260
|
Residenti nel comune di Formigine
al 31/12/2010
Formigine 2025
Il nuovo strumento urbanistico del
comune di Formigine previsto dalla legge regionale numero 20 del 2000, il PSC –
RUE (Piano strutturale comunale e Regolamento urbanistico edilizio) è stato
elaborato in bozza nel 2006/2007. Da prima i documenti sono stati presentati e
analizzati da una conferenza di pianificazione nel corso della quale tutti gli
enti pubblici competenti hanno espresso le loro osservazioni. Nel 2009 è stato
sottoscritto con la Provincia, che è l’ente deputato al controllo della
pianificazione dei singoli comuni, un accordo di pianificazione che ha definito
i principali vincoli per il piano comunale. Nel novembre 2011 il piano è stato
adottato dal consiglio comunale ed è stata aperta la fase delle osservazioni
fatte dai singoli cittadini (circa 350). Entro il 2012 si prevede
l’approvazione del piano stesso in consiglio comunale.
Quali sono le principali
novità introdotte? Il piano in 10 punti:
- Per legge il nuovo piano non
assegna direttamente diritti edificatori come in precedenza faceva il vecchio
piano regolatore. Il piano prevede le strategie di sviluppo della città ma
lascia a successivi strumenti l’attuazione degli obbiettivi. Questo per
tenere l’urbanistica più legata alle dinamiche socio – economiche ed
aumentare il controllo pubblico sulle scelte limitando gli spazi del
mercato.
- E’ prevista la riqualificazione
delle case già esistenti attraverso incentivi per chi raggiunge standard
energetici di classe A o B.
- Sarà ridotto il consumo di nuovo
suolo privilegiano trasformazioni urbanistiche di aree già urbanizzate che
devono essere riqualificate a partire dai centri storici delle frazioni.
- E’ previsto uno sviluppo della
città futura funzionale a garantire il diritto alla casa ai cittadini
formiginesi, investendo nell’edilizia sociale per calmierare i prezzi ed
evitando di generare un’offerta che faccia aumentare i flussi migratori.
- Lo sviluppo della città futura
sarà consentito solo in prossimità alle aree già urbanizzate ed in
particolare a est della ferrovia con un limite massimo di 1030 nuovi
“alloggi teorici” nell’intero periodo di validità del piano di cui oltre
il 20% in aree da riqualificare.
- Completare l’organizzazione del
settore produttivo impegnando nuovi aree solo dopo l’esaurimento di quelle
già oggetto di trasformazione e cercando un riequilibrio tra
residenzialità e attività economiche anche al fine di ridurre il fenomeno
del pendolarismo.
- Salvaguardia del territorio
rurale, mantenendo a destinazione agricola oltre l’80% del territorio
comunale.
- E’ prevista la riqualificazione
parziale dei contenitori agricoli dimessi (esempio ex porcilaie) in area
rurale che possono essere ridestinati a funzioni agricole o bonificati
trasferendo in specifici ambiti parte della loro superficie utile.
- Indica tutele e vincoli di
natura storico – culturale, paesistica e ambientale (complessi
archeologici, ville, giardini storici, corridoi ecologici).
- Indica tutele e vincoli relativi
alla sicurezza e vulnerabilità del territorio.
Bibliografia
“Formigine. Un paese, la sua storia, la sua anima.” Telesio
editrice – Milano
“Relazione sullo stato dell’ambiente a Formigine. Anno 2000.”
Comune di Formigine
“Quadro conoscitivo del nuovo Piano Strutturale Comunale.”
Comune di Formigine
“Perdere e ritrovare territorio. Il caso Emilia Romagna e
oltre.” Edizione Pendragon
“Città delle persone. Donzelli editore.”
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