E’
evidente come alcuni stiano cercando di gettare ombre sul nuovo piano regolatore di Formigine che, per come è stato impostato, si fonda su un percorso partecipato, una
discussione aperta e che ha contenuti innovativi per disegnare la Formigine di
domani. Una partecipazione vera. Dopo
l’adozione in consiglio comunale del novembre 2010, il piano è stato al centro
di numerose iniziative di presentazione e confronto, per favorire la conoscenza
e l’opportunità di presentare osservazioni da parte dei tecnici e dei
cittadini. Prova ne sia che ne sono pervenute ben 222 al Regolamento
Urbanistico Edilizio e 115 al Piano Strutturale Comunale (PSC). I lavori della commissione. La
commissione ambiente e territorio che presiedo, tra il dicembre 2011 e il
maggio 2012, ha valutato una per una le osservazioni in 13 discussioni aperte
che hanno raccolto il contributo di tutte le forze politiche e di tutti i
consiglieri, compresi i firmatari dell’esposto. Ad agosto poi è pervenuto
l’ultimo parere che attendevamo, quello della Provincia. Gli elementi qualificanti del
Piano. Al contrario, la parola d’ordine e
la filosofia del Piano sono riequilibrio e riqualificazione dell’esistente, con
scelte coerenti: meno residenziale, conferma del produttivo, tutela del
patrimonio e del territorio agricolo. Le aree residenziali, sviluppatesi molto
negli ultimi anni, saranno drasticamente ridotte, prevedendo un massimo di 820
alloggi da realizzare nei prossimi 15 anni in aree di nuova urbanizzazione. Per
dare un’idea, nel solo periodo 2001 – 2004, sono stati autorizzati, anche da
alcuni degli stessi consiglieri che oggi firmano l’esposto, oltre 1400 nuovi
alloggi a Formigine. Il territorio agricolo rimarrà, anche in futuro, oltre il
78 % del territorio comunale. Idee
innovative: come fare la riqualificazione dell’esistente, una delle chimere del
dibattito sull’urbanistica. Il
Piano assume una scelta di campo netta in questa direzione. Nei prossimi anni,
rispetto al consumo di nuovo suolo, saranno favorite, con misure specifiche e
innovative, tutte le opere di recupero e riqualificazione del patrimonio
edilizio esistente. Anche recependo le osservazioni di molti cittadini
inseriremo incentivi maggiori per favorire riqualificazioni, demolizione e
ricostruzione, raggiungimento di standard energetici di classe A ed adeguamenti
o miglioramenti sismici. Torniamo alle accuse, il conflitto d’interesse. E’ bene ribadire ancora una volta, proprio per
chiarire l’infondatezza di alcune critiche pervenute, che il nuovo piano
regolatore, composto da due strumenti, il PSC e il RUE, non attribuisce
direttamente nuovi diritti edificatori. Le nuove aree di espansione previste
dal PSC sono aree di sviluppo solo potenziale, solo una piccola parte di esse
acquisirà reali diritti edificatori, comunque solo dopo l’approvazione di
specifici Piani Operativi Comunali che disciplineranno puntualmente quando,
dove e se sarà possibile costruire. E’ un elemento di comprensione tecnica, ma
indispensabile per fare chiarezza a fronte di chi, strumentalmente e in
malafede cerca facili semplificazioni.
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